lunedì 24 settembre 2007

Assetato

Sete di poesia
mi strazia il giorno
che sembra passare
non più.

Ho fame di versi
di parole nuove
che sazino il mio
stomaco fatto di fogli
di carta bianca.

M’appresto, dunque,
a cibarmi e dissetarmi,
bevendo d’acqua e vino
litri di poesia fresca
e limpida come da
un ghiacciaio rosato
dal sole sciolto.

Sono alcolizzato di questo
speciale nettare di versi,
ne bevo più che posso,
assai a lungo so resistere.

A meno non so fare
perché della mia vita
è musica.

È che dire
quando ci si asciuga
le labbra ancor bagnate
dalle parole dell’anima?
Ci si sente
come Bacco dopo
aver gustato il suo vino,
come Dio quando si riposò
al settimo giorno.

Non so dire
cos’è quella
sensazione.
Non c’è parola
o verso che la spieghi.

So solo dire
che ho sete
tanto e ancora!

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