Per pensare e cantare la vita
bisogna attendere il cielo e le stelle.
Quando tutto si trasforma e non c’è
nulla che temere, non c’è quotidianità,
non ci sono problemi falsi del vivere.
Ci si preoccupa di cose inutili
e tanto futili nel tempo.
Non si pensa più. Non s’attende la notte.
Il mondo ci stanca.
Solo pochi fortunati sanno ascoltare
la coscienza e si lasciano guidare
in una vita diversa spoglia di imposizioni,
di conformismo, spietato conformismo.
Oggi, tutto teme tutto
l’uomo teme l’uomo
il padre teme il figlio
la Storia teme se stessa
la morte teme la vita…
Vita, cos’è la vita?
Manca il tempo per rispondere.
La società si interroga, ma l’uomo?
Le nostre anime vengono perdute
e non si ha paura di questo.
Si teme soltanto l’uomo e il suo giudizio.
Non c’è più rispetto…
Si vive e non si sa vivere.
Si accumula tutto e si conserva nulla.
Ma chi siamo? Siamo davvero uomini?
Si ricorda, talvolta, quando fu notte
e luce non esisteva. Solo cielo e stelle
ci cullavano e ci facevano sognare.
Si rispettava la natura e si interrogava
l’anima. La paura d’essere soli al mondo
generò l’arte. Nacque la poesia, l’uomo
cantò la vita e con essa il mondo.
L’anima s’acquietava e anche la paura.
Forse tutto da allora non è cambiato
ma oggi non si comprende più l’uomo.
Sappiamo ogni cosa sull’elettronica
comunichiamo attraverso l’intero globo,
ma oggi, come sempre, non sappiamo chi siamo.
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